PAGELLA - ORONERO (Voto: 7,5)
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Da Giuse✖️
1-Oronero: 9. Inizia la title-track (nonché singolo di lancio e traino): i suoni delicati e confortevoli del piano sono l'accompagnamento perfetto di un testo sul rispetto, che dà consolazione e forza.
2-Danza: 7. La seconda traccia è frizzante, piena di energia, una botta di vita che spinge a non arrendersi, alla libertà di "danzare", il tutto condito da gasanti cori da stadio!
3-Scelgo ancora te: 8. Questo brano, profondo e attuale, ha degli accompagnamenti che esaltano la voce ed il testo, che indica una scelta a prescindere da ciò che circonda.
4-Credo: 7. Scritto da Tony Maiello, questo pezzo è molto ritmato ed estivo, ma cela è un bel significato di voglia di libertà e di dare sfogo alle proprie idee e passioni.
5-Per non pensarti: 6,5. Ballata classica nella struttura. Le uniche componenti che non convincono sono la brevità del ritornello iniziale e le rime baciate fin troppo facili; anche il tema stona un po' col resto delle tracce.
6-Vanità: 8. Traccia originale e d'impatto; il testo è di denuncia sociale e il ritornello, così come il ponte e la conclusione, ha una costruzione interessante.
7-Posso farcela: 9,5. Fin dall'inizio le note dolci ma battenti del pianoforte attuano un contatto emotivo abbastanza forte. Interpretazione strepitosa, da brividi. Il testo sprona ad andare avanti sempre, anche col rimpianto dei ricordi. Capolavoro del disco.
8-Come acrobati: 8. Pura droga estiva! Uno dei migliori pezzi dance di Giorgia: colorato, movimentato, esplosivo. Una bellezza!
9-Mutevole: 8,5. Ma eccoci alla novità: l'arrangiamento è curatissimo e particolare, il testo è ricercato, la traccia cresce incazzosa e il ponte è esaltante, da brividi.
10-Tolto e dato: 6,5. Di questa traccia preferisco la prima parte: quando cambia marcia, la drum machine e il dub (credo si chiami in questo modo) si fanno fin troppo invadenti, sebbene il significato sia in un certo senso "vissuto" e quindi ben poco adatto al chiasso.
11-Amore quanto basta: 6. Carina, ma sinceramente somigliante a "Tu mi porti su". Comunque molto allegra e frizzante, sembra venire dagli anni '90.
12-Sempre si cambia: 7. La collaborazione con Pacifico era forse un pezzo da far fruttare meglio. L'accompagnamento è abbastanza elegante e il significato completa il puzzle del tema "cambiamento".
13-Grande maestro: 7,5. Torna il vecchio puro R&B! Trascinante e arrabbiata, questa traccia affascina per i cori e il "Giuda" a cui si fa riferimento.
14-Regina di notte: 5. Certo, non si può dire che sia una traccia anonima e che passi inosservata, niente affatto. È questo però il suo problema! Arrangiamento un bel po' esagerato. Non entusiasmante, sebbene sia un omaggio alla Whitney più discotecara. Dal vivo fa sicuramente un altro effetto; la parte rappata però si poteva evitare.
15-Non fa niente: 6,5. Si conclude con la traccia più calma. Anche se all'inizio mi è sembrato un pezzo debole, mi ha convinto per i sospiri iniziali e per l'arrangiamento: senza cori.
"Oronero", decimo album di inediti di Giorgia, è la sintesi dei due lavori precedenti ("Dietro le apparenze", 2011, e "Senza paura", 2013): si sentono le differenze estetiche rispetto al precedente, in quanto gli arrangiamenti sono perlopiù elettronici come in "Dietro le apparenze", ma al contempo i testi hanno quel quid in più che dà l'idea di una cantautrice (ma soprattutto autrice) adulta, matura, che ha avuto delle esperienze e ora deve insegnarle. "Oronero" ha un filo logico, o per meglio dire due: quello della perseveranza, del non arrendersi, di andare avanti, che si collega con quello del cambiamento, del miglioramento, della denuncia (da cui scaturisce, appunto, la voglia di cambiare e migliorare). In particolare la title-track è un sunto di questi due argomenti. Per quanto riguarda il resto, essendo la fusione di due lavori precedenti, il disco prende anche i loro difetti: le cose che non quadrano, come significato ed estetica, sono poche, ad esempio la straziata "Per non pensarti" (andava meglio in "Ladra di vento"), l'esagerata "Regina di notte" e la funky "Amore quanto basta", tutti episodi in cui si perde di vista il concept generale dell'album; anche l'intervento del dub è spesso fuori luogo, se escludiamo "Come acrobati"; forse attuato per attrarre i fruitori più superficiali, insieme ad alcune linee melodiche che ricordano Mengoni (ma questo deriva esclusivamente dalla presenza di Canova). In sostanza: "Oronero" conclude con rettezza questa trilogia, conquistandosi più di una semplice sufficienza, ovvero un buon voto meritato per l'impegno.